Ecco, anche la terza serata del festival della canzone italiana (dove la canzone ha un ruolo secondario purtroppo) è piena di morti viventi. Unici grandi veri artisti in mezzo a una quantità impressionante di capre, in ordine casuale, anzi in ordine come mi va sono: Arisa (l’unica vera voce italiana di tutto il festival), José Feliciano (leggenda tra le leggende della musica leggera), Patti Smith (unica), Noa (meravigliosa). Tutto il resto è noia. Bravino Morandi, impacciato e impallatore di prima categoria che non riesce a guadagnarsi il palco e snobba gli italiani impallandoli davanti alle telecamere. La valletta è solo una valletta senza arte né parte e grande invece, con la sua scanzonata e a tratti poetica presernza, Rocco Papaleo che fuori da ogni canone televidsivo con la sua figura innocente di bimbo sperduto guadagna il palco con leggerezza e simpatia. Tutto il resto è noia.