Ore sette, caffè caldo e radio accesa. In attesa della rassegna staampa di Davide Giacalone, scruto il mondo all’orizzonte protetto dal mio vulcano generoso e severo.
Giornalista e opinionista di pregio, Davide Giacalone è vicepresidente della Fondazione Luigi Einaudi Onlus.
Perché un pubblico elogio a Davide Giacalone? Presto detto.
Mi capita spesso di ascoltare l’opinione di diversi giornalisti sia alla radio che in televisione o anche sfogliando i giornali cartacei e sul web. Come tutti, anche io ho i miei paladini e tendo a seguire quelli che reputo più attendibili. Ma i giornalisti bisogna leggerli o ascoltarli tutti altrimenti se suona una sola campana non ci si fa una idea di nulla. A prescindere dalle idee politiche quindi, seguo un certo numero di giornalisti che potrebbero idealmente sedersi in tutti gli scranni del ventaglio parlamentare. A volte sono d’accordo con ciò che affermano o ciò che riportano e a volte no (e mi pare ovvio). Ma con Davide Giacalone non riesco a essere in disaccordo, nemmeno scendendo a livello di metrica poetica. Come e possibile che di questo brillante giornalista mi vada a pennello anche il ritmo endecasillabo? Sarà costui vero oppure e una invenzione dell’internet per farmi ascoltare solo ciò che mi piace? Come fa Giacalone a conoscere i miei pensieri e ad esprimerli in maniera molto migliore di come avrei fatto io? E che ne so. Forse è un demone della mia coscienza. Sta di fatto che questo Gicalone sta tra i miei preferiti (insieme ad altri ma qui il tema è lui). Allora come si dice dalle mie parti, ho preso le corna per terra e me le sono messe in testa. Che significa? Ho cominciato ad ascoltare attentamente anche la forma delle virgole. Niente, di questo tizio non si riesce a trovare un ragionamento sbagliato. Che frustrazione!
A un certo punto l’Olimpo si appalesa daridando le nubi auree che lo avvolgono da sempre e spunta quel piccolo neo, una minima imperfezione che dona all’inappuntabile Giacalone una nuova e meravigliosa luce umana: non è una divinità ma un uomo con almeno un punto di difetto, un neo piccolissimo che ne altera la perfezione divina relegandolo a comune mortale. Ma qui non parliamo di mortale con mille difetti ma mortale con un difetto, uno, uno solo. Ciò colloca automaticamente il buon Giacalone non tra i mortali ma primo tra tutti sul podio più alto. Quindi alla fine non è un difetto? Certo che no! È l’eccezione, la piccola scalfittura che ne attesta la statura umana. Insomma con la scoperta del neo Giacalone esce dall’Olimpo dei tanti dèi tutti uguali per scendere nel terreno umano degli uomini, dei migliori uomini.
Volete sapere queal era il neo? ma proprio volete saperlo?
Va bene. Il nocciolo sta nella vorgola decimale. Non si dovrebbe mai dire “quattro punto uno” ma “quattro virgola uno”.
L’avevo detto che era una quisquilia.