Berenice 9

Illustrazione di Antonio Bonanno (tutti i diritti riservati all'autore)(Illustrazione di Antonio Bonanno (c), www.antoniobonanno.it)

Berenice e l’ombra del pomeriggio.

La primavera, che grande invenzione! Le giornate si fanno sempre più lunghe e i campi si colorano via via sempre più di colori sgargianti e si popolano di ogni genere di animali: volatili felici e coloratissimi, chiassosi e veloci nell’aria tersa e profumata del pomeriggio. Poi la fauna che si risveglia dal lungo letargo e Berenice, si Berenice in giardino nel bel mezzo del pomeriggio assolato e silenzioso. Le bambole sono disposte in cerchio intorno a un minuscolo tavolino e prendono il tè. Bellissime le bambole di Berenice, sono tutte vestite con vestitini alla moda e Berenice le pettina di sovente perché siano sempre in ordine. E gioca Berenice, improvvisando dialoghi tra le bambole. Nel silenzio del giardino c’è solo lei e l’erba del prato e gli alberi ombrosi lontani, qualche fiore timido già si vede e il tepore del sole è delizioso. Non c’è vento e Berenice gioca dando le spalle al sole nelle ultime ore del pomeriggio quando l’ombra fugace di qualcosa con una bella e grande coda si sposta rapida sul muro. La bimba si gira e quasi abbagliata dal sole basso ma ancora forte scorge un bellissimo esemplare di scoiattolo che si allontana ormai oltre la staccionata. Resta lì a guardare smarrita ma dura poco, Berenice una ne pensa e due ne fa: si gira verso la casa e alza le braccia al cielo. Ecco l’ombra delle sue braccia si staglia perfetta e nitida sulla parete chiara. Berenice muove le braccia e le mani come per fare le ombre cinesi. Sì, Berenice conosceva le ombre cinesi perché le aveva già viste: questo era il momento di sperimentare; si dimenticò delle bambole e del dialogo intorno alla teiera nel minuscolo tavolino e cominciò a fare giochi di magia facendo apparire l’ombra di improbabili animali che lei vedeva nitidi e perfetti anche nei colori solo mimandone l’aspetto dato dalla proiezione sul muro dell’ombra sua e delle sue mani. Adesso c’è un alce e ora arriva un cavallo a dire “buongiorno” all’orso bianco del bosco. Il coniglietto tamburella con la sua zampetta e una colomba appare dal nulla: tutte ombre che nella fantasia di Berenice diventano un racconto fantastico. Una tartaruga, ecco una bellissima tartaruga; ma non è lenta, è velocissima! E poi dall’estremo lontanissimo dell’oriente perduto arriva un elefante con la proboscide potente e un’oca deliziosa con la sua vocina stridula. E da lontano prende la rincorsa una grossa capra che spinge sul muro e poi, e poi un cagnolino che fa bau! Bau bau bau, bau! Ma quanti bellissimi animali! Passa il tempo e il chiarore del pomeriggio volge all’arancio e le ombre sempre più affascinanti e lunghe. Berenice è in estasi, felice e rapita, una grande maga capace di far apparire qualunque cosa sul muro della casa. Ma come ogni cosa bella anche l’ombra lunga del pomeriggio lascia spazio alla frescura della sera con i suoi colori azzurri del lapislazzulo e il rosso ramato del tramonto. “Berenice!” Chiama la mamma da lontano, e Berenice accorre gioiosa all’uscio. Ci sono cose bellissime che deve raccontare alla mamma: oggi ha giocato con l’ombra lunga del pomeriggio ed è stato bellissimo. “Chissà se la mamma conosce l’ombra sulla casa” si chiedeva la bimba tra se e se correndo furbetta in casa.


Assassin's Creed berenice ostraka ufo


Ambiente Arte Assassin's Creed Berenice Canzoni Casimiro Curiosità Foto Internet Lorca Neruda Parole Pensieri Poesia Politica Raccontini Ricette Senza categoria Sicilia Storia Televisione Uncategorized Varie