Berenice 7

Berenice e il gatto sonnellino.

Berenice passava volentieri alcune ore dalla sua nonna di tanto in tanto e ogni volta che andava a trovarla osservava incuriosita la casetta dell’anziana parente. La nonna aveva una cantina piena di oggetti strani, con una finestrella alta dalla quale i raggi del sole entravano come i raggi della torcia della mamma quando è sera. Sì, quella cantina era veramente invitante e ci si poteva inventare una quantità di giochi impressionante. Poi, in casa della nonna c’era anche una grossa cesta di vimini, di quelle basse e larghe con un lato aperto: era la cuccia del gatto! Berenice amava giocare con gli animali ed era incuriosita dal gatto, bianco e nero con gli occhi azzurri. Ma quando la piccola si avvicinava, il gatto faceva “ma mau, mau mau” e con un balzo felino se ne andava altrove ad accovacciarsi. Tal volta lo si poteva vedere sopra un armadio alto, uno di quegli armadi con lo specchio grande dove la nonna conserva i suoi vestiti. “Quel gatto fa una bella vita” pensava tra se e se Berenice. La bimba cercava sempre un’occasione per poterlo accarezzare; il gatto era un animale mansueto ma non amava particolarmente i bambini quindi se ne stava in disparte. Solo all’ora della pappa Gatto Sonnellino, si quello era il suo nome, si avvicinava facendo le fusa e reclamando la sua porzione di pappa felina. “Ma mao, maoooooo” miagolava Gatto Sonnellino e poi, dopo il pasto gustoso si metteva nella sua cesta a dormire. “Gatto Sonnellino dorme veramente tanto, chissà perché i gatti dormono tanto!” Certo è vero, Berrenice si chiedeva tante cose, si poneva tante domande e sempre fantasticando. La bimba a volte sognava ad occhi aperti e quando era lì dalla sua nonna, a volte, sentiva anche il gatto chiamare “mamma”. Ma era sicuro? Oppure poteva essere solo una impressione dovuta al fatto che i gatti fanno miao. Che strano quel gatto: dormiva sempre e diceva sempre “mamma”.


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