Nella prefazione del Don Quisciotte del 1605 – quella originale in castigliano – vi sono una serie di sonetti di dedica immaginati da Cervantes come se fossero stati scritti da personaggi letterari. Uno di questi sonetti racconta l’incontro immaginario tra Babieca (il cavallo del Cid Campeador, eroe spagnolo) e Ronzinante (il cavallo malandato di Don Chisciotte).
Dialogo tra Babieca e Ronzinante.
(Traduzione dall’originale spagnolo del 1605 in “El ingenioso Hidalgo don Quijote de la Mancha”) Traduzione mia.
B. Come state Ronzinante, tanto magro?
R. Perché si lavora e non si mangia mai.
B. Allora dov’è finita la paglia e il cibo?
R. Il mio padrone non mi lascia nemmeno un boccone.
B. Siete messo molto male signore, e la vostra lingua di asino oltraggia il vostro padrone.
R. Asino si è dalla culla alla tomba. Volete vederlo? Guardatelo innamorato.
B. È necessario amare?
R. No, è gran prudenza.
B. Siete metafisico.
R. È che non mangio.
B. Vi lagnate dello scudiero.
R. Non è abbastanza. Come posso lamentarmi mio malgrado, se il padrone e lo scudiero o maggiordomo sono tanto ronzini come Ronzinante?