Del referendum e altri demoni

Sì, inizio con un titolo che riprende un bellissimo romanzo di Gabriel García Márquez, Del amor y otros demonios.
Domenica e lunedì (12 e 13 giugno 2011) il voto per i referendum. Adesso a urne chiuse e a quorum raggiunto bisogna tirare le somme. Superare il quorum era impensato anche dai promotori dei referendum ma i cittadini ci hanno creduto ed ecco che è successo dopo molti anni di referendum falliti. Che significa questo? Significa che i temi proposti erano sentiti dalla popolazione che ha risposto in modo trasversale (anche sull’onda emotiva del disastro giapponese ma tant’è che in Italia ci si era già pronunciati sul nucleare e la gente aveva detto chiaramente che non lo voleva) e compatto con una adesione al referendum che va oltre ogni immaginazione. Adesso che cosa si fà? Mi auguro che non si faccia orecchio da mercante. La politica deve capire che certe cose non sono di destra o di sinistra ma semplicemente di tutti e una centrale nucleare in giardino non la vuole nessuno. Cominciamo a consumare meno magari e per favore… non chiamatemi consumatore che il termine mi indigna: io sono cittadino e non esisto per consumare. Il Governo? Sì, già… il Governo deve prendere atto dell’esito e anche il Presidente del Consiglio dei Ministri (e qui dico ai giornalisti che in Italia non esiste nè la seconda repubblica in quanto non c’è una seconda costituzione e nemmeno il premier in quanto abbiamo un termine ad hoc in italiano ed è giusto usare quello e nemmeno bankitalia ma la Banca d’Italia e nemmeno il ministro del wellfare perchè la parola wellfare in italiano non significa nulla) deve prenderne atto e comprendere che la sua posizione non è al di sopra dei giudizi. Per il resto? Sì, che Berlusconi resti a capo dell’esecutivo fino alla fine della legislatura e poi se altri hanno idee migliori si facciano avanti che saranno votati e premiati.


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